Umberto Nobile e Italo Balbo: la sfida tra dirigibile e aereo

Marzo 02 19:20 2021

Umberto Nobile e Italo Balbo hanno fatto la storia dell’aeronautica italiana. La storia di due vite che si intrecciano e la sfida, nei cieli, tra dirigibile e aereo

Umberto Nobile

Nato nel 1985 a Lauro, in provincia di Avellino, frequenta un corso di costruzioni aeronautiche del genio militare e inizia ad occuparsi di dirigibili. Quelli del dopoguerra sono anni convulsi e Nobile si batte per assicurare un futuro anche alla dirigibilistica non solo  agli aerei. E’ l’uomo della grande impresa al Polo Nord. Scienziato, ingegnere e professore universitario e grande appassionato del volo. Famoso in tutto il mondo per le costruzioni dei dirigibili con una vita lunghissima che attraverserà tutto il ‘900. Incuriosito da avventure in cui altri avevano fallito progetta una grande impresa verso il Polo Nord.  Negli anno ’20 trascina l’Italia in una esperienza esplorativa senza precedenti: il 12 Maggio 1926 ore 13.30 il dirigibile Norge transita sopra il Polo Nord. E’ la prima volta che una aeronave vola sopra al Polo Nord. A bordo Nobile e Amundsed che condividono l’impresa.

 

Italo Balbo

Italo Balbo nasce a Quartesana (Ferrara) il 6 giugno 1896. È stato squadrista, aviatore, gerarca, una delle figure più famose e prestigiose dell’Italia fascista. È un uomo d’azione, antisocialista, antidemocratico e nazionalista, sceglie l’ideale più vicino alla sua indole: il fascismo di Mussolini.

Il 6 novembre 1926 viene nominato sottosegretario all’Aeronautica. Inizia la serie di trasvolate oceaniche che ne faranno un eroe nazionale e lo renderanno  noto anche oltre i confini nazionali. Il primo volo transatlantico in formazione, mai effettuato prima, è del 1930.

Fu con questo scopo che venne realizzata ad Orbetello la NADAM, Scuola di Navigazione Aerea D’Alto Mare, per preparare equipaggi in grado di effettuare trasvolate oceaniche. Partirono da Orbetello 12 idrovolanti alla volta di Rio de Janeiro, in Brasile, il viaggio si svolse dal 17 dicembre 1930 al 15 gennaio 1931. Successivamente dal 1 luglio al 12 agosto del 1933 Balbo guida la trasvolata di 24 idrovolanti nel volo andata e ritorno da Roma a Chicago.

In America fu accolto da trionfatore: i nativi Sioux lo nominarono “Capo Aquila Volante”; ancora oggi un volo in squadriglia viene definito “Balbo“. 
Italo Balbo riesce a utilizzare le sue imprese dell’aria come strumento propagandistico. 
Il riconoscimento che Mussolini non può non tributargli è la promozione a Maresciallo dell’Aria.

Nel luglio 1929, su indicazione di Italo Balbo, il 1°Stormo organizzò un’esibizione acrobatica col nuovo caccia CR.20.

L’esibizione riscosse un gran successo e si decise di fondare La prima scuola di volo acrobatico. Il gruppo acrobatico venne chiamato la “Squadriglia Folle”  i precursori delle attuali frecce tricolori.

Ripreso il suo lavoro di ministro, si concentra sugli aspetti militari dell’aeronautica, ma la sua posizione non è più così solida. I successi e la popolarità gli si ritorcono contro e nel 1934 Mussolini decide di “ricollocarlo”, assegnandoli un incarico apparentemente prestigioso come quello di governatore generale della Libia. In realtà, Mussolini ha relegato il gerarca ai confini dell’impero, forse perché Balbo non ha mai lesinato giudizi negativi su Mussolini stesso e la sua politica. Successivamente, Balbo non avrebbe nascosto la propria contrarietà rispetto a due decisioni fondamentali del fascismo: le leggi razziali e l’alleanza con la Germania, che avrebbe portato alla seconda guerra mondiale.

Il 29 giugno 1940, diciannovesimo giorno di guerra, Italo Balbo effettua una ricognizione nei cieli della Libia, quando il suo aereo viene abbattuto dalla contraerea italiana, all’altezza di Tobruk. È un drammatico errore.
 La sua morte ha sempre alimentato congetture e ipotesi su misteriosi complotti, ciò è dovuto al fatto che ad abbattere l’aereo di Balbo è stato un mitragliatore italiano. È sepolto a Orbetello proprio da dove partirono le sue imprese.

L’impresa del Norge

L’impresa del Norge è un’impresa italiana, norvegese e americana. Norvegese è l’esploratore Amundsen, americano è il finanziatore Ellsworth.  Gli italiani forniscono il supporto tecnico (cioè l’ aeronave), l’intero equipaggio e il comandante della nave Nobile ma nonostante ciò non è un’impresa italiana. Amundsen stabilisce che il volo polare debba essere rapido, un sorvolo e non un’operazione che si attardi sull’area; questo perché il dirigibile aveva un’autonomia limitata essendo relativamente piccolo e non potendosi permettere di affrontare venti contrari prolungati che avrebbero potuto portare al disastro.

Mussolini e il re Vittorio Emanuele Terzo approvano l’avventura verso il Polo Nord e la missione porta a grandi risultati anche scientifici. Negli anni 20 qualcuno pensava ancora che il futuro fosse nei dirigibili e non negli aerei che erano ancora dei “trabicoli”, si formarono i due partiti, quello dell’aereo, rappresentato da Italo Balbo,  e del quello del dirigibile rappresentato da Alberto Nobile.

 

La sfida tra dirigibile e aereo

Gregory Alegi, storico dell’aviazione : Tutti i regimi tendono ad appropriarsi dei grandi avvenimenti che colpiscono la fantasia popolare, in certa misura accade anche con le crociere di Balbo. L’aereonautica, che ha un quarto dei finanziamenti dell’ esercito e metà della marina, sembra essere la pupilla del regime. La stessa cosa vale per le imprese di Nobile, quando vanno bene diventano imprese italiane e sono utili a dimostrare la grandezza dell’Italia portata da Mussolini e dal suo governo”.

Il dirigibile poteva portare più mezzi e persone ma la disputa si chiuderà a favore dell’aereo, la tragedia del dirigibile Italia di Nobile segna la fine di questa avventura. Nella seconda guerra mondiale saranno gli aerei a fare la parte dei “padroni” grazie ai bombardieri.

Gli aerei allora non avevano sufficiente autonomia ed è per questo che per sorvolare il Polo Nord si sceglie il dirigibile che può anche fermarsi in aria, cosa che l’aereo non può fare. L’idea di arrivare sopra al Polo Nord  per installare una stazione scientifica è la grande ambizione di allora.

Gregory Alegi, storico dell’aviazione : “ Gli anni ’20 sono un momento di transizione in quanto l’aeroplano ha un grande potenziale inespresso mentre il dirigibile è già maturo e può già fare grandi cose”.

Luigi Pascale, ingegnere aereonautico: “A quell’epoca il dirigibile aveva in particolari missioni ancora la supremazia sull’aeroplano: aveva più carico utile,maggiore autonomia ma soprattutto aveva la facoltà di potersi fermare su un punto; allora, ancora non esisteva l’elicottero”.

Gregory Alegi, storico dell’aviazione : Sicuramente nessun aeroplano ne 1926 avrebbe potuto fare ciò che fece il Norge, però basta vedere due tre anni in avanti e possiamo dire che nessun dirigibile può fare ciò che fa un aeroplano”.

 

La sfida tra le due prime donne dell’aviazione

Nobile ha però un problema: a contendergli il ruolo di prima donna nell’aviazione c’è Italo Balbo che Mussolini ha appena nominato capo dell’aeronautica.

Prima della marcia su Roma Nobile si avvicina ad alcuni fascisti ma anche da alcuni socialisti, tutto va bene pur di promuovere la sua causa a favore del dirigibile. Per mantenere in vita le costruzioni aeronautiche Nobile si batte avvicinandosi alla politica più per utilità pratica che per reale passione politica.

Mussolini propone a Nobile di fare una crociera in Sud America e toccare tutti i paesi e le città in cui c’erano grandi insediamenti di Italiani. Nobile non era d’accordo, ma forse per paura di Balbo che già pensava al Sud America, volendogli in un certo modo bruciare i tempi, accettò.

Rivalità, gelosie, protagonismi, la guerra tra Balbo e Nobile si combatte senza esclusione di colpi ma Nobile ha un’idea vincente a cui Mussolini non potrà dire di no: tornare al Polo Nord ma con una spedizione tutta Italiana e con un dirigibile che porti il nome della patria, l’Italia.

 

Tornare al Polo Nord con una impresa tutta italiana: il dirigibile ITALIA

Il successo del dirigibile Norge, dell’avventura italo svesede, accende gli interessi propagandistici di Mussolini che lo promuove Nobile generale a soli 41 anni e gli consegna la tessera del fascismo. Le ambizioni di Nobile  sono evidenti ma il sottosegretario Italo Balbo nega l’appoggio alla seconda impresa di Nobile che riesce comunque ad organizzare la missione con il dirigibile chiamato Italia grazie anche a  sponsor privato.

La stampa  finanzia l’impresa del dirigibile Italia al Polo Nord (tra cui un gruppo di imprenditori legato al Corriere Della Sera). A bordo è presente un giornalista del Corriere Della Sera, Tomaselli,  per avere l’esclusiva del racconto dell’impresa. Questa impresa “mista” rappresenta una criticità in quanto il dirigibile è dell’aeronautica italiana ma ha anche sponsor una impresa messa in piedi dal podestà di Milano.

Il 15 Aprile 1928 il dirigibile Italia parte dall’aerodromo di Baggio (Milano) e il 24 Maggio raggiunge il Polo Nord. Il 25 Maggio l’aeronave perde quota e cade sul pack, la cabina di pilotaggio si rompe e 10 uomini cadono a terra. Il momento è drammatico e Nobile si ritrova su un pack con alcuni compagni. Riescono a recuperare alcuni oggetti tra cui cibo, la radio e la famosa tenda rossa che consentirà loro  di sopravvivere ma occorrerà attendere fino al 4 Giugno affinchè i segnali radio di aiuto vengano captati da una radio. Un aviere svedese riesce ad atterrare il 24 Giugno nei pressi della tenda rossa ma può portare con lui solo un uomo alla volta e si decide per Nobile. Il 12 Luglio un rompighiaccio russo riesce a portare via gli ultimi sopravvissuti ma questa avventura lascia sul campo ben 17 morti tra equipaggio e soccorritori.

Le imprese di Balbo  durante l’avventura del dirigibile Italia

In Italia, intanto, il nemico di Nobile, Balbo, ignaro di ciò che sta avvenendo al Polo, si sta preparando per un’impresa che offuschi la fama del suo rivale.

Col. Ovidio Ferrante, biografo di Umberto Nobile: “ Mentre Nobile arriva sul Polo, a Orbetello sono schierati tutti e 62 gli idrovolanti della Crociera del Mediterraneo Occidentale. Gli equipaggi la mattina vengono a sapere che Nobile è passato per la seconda volta sul Polo e ha rilasciato la bandiera italiana e la croce del Papa. Intanto, la crociera parte verso la Spagna; perciò c’era posto chiaramente per tutti e due. Nei momenti in cui si interrompono le comunicazioni e scatta l’emergenza del dirigibile Italia, i giornali si orientano su questo fatto che galvanizza la popolazione, è chiaro che la crociera di Balbo rischia di passare in secondo piano indispettendolo”.

Intervista inedita raccolta dall’attore Brizio Montinaro, Nobile racconta: “ Quando avvenne la disgrazia, lui finse di ignorarla, come se non fosse avvenuta. Si trovava a fare una crociera e proseguì la sua crociera. Quando gli andarono a portare la notizia che l’”Italia” era scomparsa nel cielo polare, lui cinicamente rispose. “ben gli sta. Ha fatto male ad andare”.

 

Nobile dopo la sciagura del dirigibile Italia

Nobile sopravvive ma a causa dell’avventura tragicamente finita (nella foto la famosa tenda rossa che permise di sopravvivere al Polo Nord) e viene messo sotto accusa considerato d’ora in poi un eroe scomodo. Al suo rientro in Italia dopo l’avventura del dirigibile Italia subisce pesanti attacchi dagli apparati militari e dalla stampa fascista ma acclamato dalle folle. Lui stesso racconta dell’imbarazzante incontro con il Duce al suo rientro durante quello che sarà il suo ultimo colloquio con Nobile. Nell’autunno 10928 una commissione  lo accusa di avere provocato la tragedia e decide di abbandonare l’Italia per l’Unione Sovitica dove si occupa di dirigibili.

Non smetterà mai di indagare sul disastro del dirigibile Italia per smontare le accuse a lui rivolte. Solo nel Marzo 1945 viene reintegrato nell’Aeronautica. Nel 1956, dopo la sua esperienza in Unione Sovietica,  viene eletto come indipendente all’assemblea costituente nelle fila del Partito Comunista Italiano. Nel 1948 finita la sua avventura politica si batterà fino alla fine affinchè vengano rimosse le accuse sul disastro del dirigibile Italia.

 

 

 

 

 

 

 

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Cristina Pagetti
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