Meteorologia Aeronautica – Intervista a Marco Tadini

Gennaio 18 19:29 2018

Meteorologia Aeronautica – L’informazione meteo per piloti e assistenza al volo è un manuale di Marco Tadini, meteorologo presso l’ENAV, che espone in maniera chiara ed approfondita vari aspetti della meteorologia applicata all’ambito aeronautico.

Vengono trattati argomenti come l’osservazione meteorologica (Codici METAR e TAF), Avvisi di sicurezza, Carte Aeronautiche e tante altre informazioni meteorologiche. Un libro unico nel genere dei libri prettamente  “Tecnici” ma soprattutto un libro che riesce a trasmettere concetti legati alla Meteorologia Aeronautica in maniera completa ed efficace.

Il libro comprende anche delle specifiche appendici che approfondiscono specifici fenomeni e argomentazioni, come ad esempio il 3° Annesso ICAO (International Civili Aviation Organization) , Pressione e Altimetria, Sigle-abbreviazioni e tabelle di conversione.

Allegato al libro è possibile trovare un utile fascicoletto contenente Schede tecniche e riepilogative per la lettura e la comprensione di METAR, TAF, Avvisi di Sicurezza, Carte aeronautiche ed altro.

Un libro che non può mancare nella libreria di ogni pilota ed appassionato di volo.

Per appassionati e piloti segnalo il corso gratuito offerto sul portale “UfficioMeteo.it”

La sua Biografia:

Marco Tadini, nato a Milano nel 1963, nel 1989 si è laureato in Fisica all’Università degli studi di Milano con tesi presso l’osservatorio Astronomico di Brera a Merate (LC). Già ufficiale del Genio Aeronautico ruolo Fisici, dal 1991 è meteorologo presso l’Azienda Autonoma di Assistenza al Volo per il Traffico Aereo Generale, ora ENAV. Ha partecipato alle attività del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide, operando come meteorologo nella base antartica italiana di Baia Terra Nova. Docente di meteorologia in Aeroclub e scuole di volo è stato collaboratore della Federazione Italiano Volo Ultraleggero e delle principali riviste di Settore.

Fondatore e gestore del portale “Ufficio Meteo

 

Scheda bibliografica
Titolo: Meteorologia Aeronautica – L’informazione meteo per piloti e assistenza al volo
Autore: Marco Tadini
Editore: Lo Gisma editore
Genere: Tecnico
ISBN: 978-88-97530-71-8

Per acquistarlo su ibs.it

Vuoi rimanere aggiornato sulle ultime novità da Tutto Sul Volo? Iscriviti alla nostra Newsletter!

[mailpoet_form id=”1″]

Intervista a Marco Tadini, autore di Meteorologia Aeronautica

Quando e come nasce la passione per la meteorologia?

Per caso, al termine dell’università. Mi sono laureato in Fisica a Milano nel 1989, ma il mio indirizzo di studi era l’astrofisica, non la meteorologia, materia alla quale mi sono avvicinato durante il periodo trascorso in Aeronautica Militare come Ufficiale di Complemento. E anche lì fu per caso: nonostante fossi un Ufficiale del Genio Aeronautico ruolo fisici, non venni destinato al servizio meteorologico militare, ma ad un centro interforze in provincia di Pisa, dove mi occupai di altro. Avevo tuttavia in ufficio un Maresciallo ex-meteo della vicina 46 Aerobrigata e, quando durante la mia ferma uscì il concorso per Meteorologi per l’Azienda Autonoma di Assistenza al Volo (quella che oggi è l’ENAV), fu lui a consigliarmi di fare domanda. Iniziai così a studiare Meteorologia, la cosa mi piacque e, per essere sicuro di riuscire a intraprendere quella professione, risposi non solo al concorso dell’AAAVTAG, ma anche a quello per il passaggio a Ufficiale in Servizio Permanente Effettivo. L’Azienda arrivò prima e così ora eccomi qua, dopo quasi trent’anni: un meteorologo che dirige il Servizio Meteo dell’ENAV grazie al consiglio di un Maresciallo dell’Aeronautica Militare e che si dedica all’astronomia nel (poco) tempo libero rimasto!!

E mi piace aggiungere che un grosso contributo al mio perfezionamento nel campo della meteorologia aeronautica è venuto proprio dal VDS, avendo aiutato per tanti in anni un mio amico a gestire la Scuola di Volo di Dovera (in provincia di Cremona ma vicinissima a Milano), in particolare con la cura della parte di formazione in aula. È da quelle lezioni e dalla volontà di aprire il mondo della meteorologia aeronautica professionale anche ai piloti VDS che è nato il mio libro “Meteorologia Aeronautica” sull’informazione meteorologica prevolo: quando ancora la realtà del VDS si limitava ai giro campo, già si poteva traguardare il futuro di raid sulle lunghe distanze che sarebbe stato reso possibile dal progresso tecnologico dei velivoli ultraleggeri. Anche i piloti dovevano quindi abbandonare la “meteorologia-fai-da-te” del giro campo per imparare quella dei piloti loro fratelli maggiori, fatta di bollettini codici e mappe di tempo significativo.

Che consigli potrebbe dare ad un giovane neodiplomato che volesse intraprendere la carriera di meteorologo, o comunque volesse occuparsi di questioni legate al campo delle scienze meteorologiche?

Prima di tutto, di capire esattamente quali sono i suoi interessi nel campo delle scienze meteorologiche, cioè di capire se preferisce dedicarsi alla ricerca (in università, centri di ricerca o anche presso qualche azienda produttrice di sistemi o sensori per la meteorologia) o entrare in un servizio operativo, sia esso militare o civile. Ovviamente, come in tutti i campi, è superfluo dire che occorre ampliare i propri orizzonti al di là dei confini del nostro paese, avendo anche una forte propensione per il lavoro “in team”.

La laurea è quindi imprescindibile, anche se trovare un corso di studi dedicato alla meteorologia può ancora non essere semplice. Fortunatamente le cose stanno cambiando: all’ultimo Festival della Meteorologia,  l’annuale incontro dedicato alle diverse anime del mondo meteo italiano, sono state presentate le nuove offerte formative dedicate da alcuni atenei al settore della meteorologia, non ultimo il corso che l’Università di Trento ha ideato insieme a quella di Innsbruck. Questi cambiamenti sono anche dovuti alla spinta propulsiva di AISAM, l’Associazione Italiana di Scienze dell’Atmosfera e Meteorologia, che molto si sta adoperando per creare unità d’intenti tra accademici, professionisti o semplici appassionati delle scienze atmosferiche. 

E proprio le associazioni di appassionati possono rappresentare il primo momento d’incontro tra i giovani e la meteorologia, il luogo ideale dove coltivare la propria passione, prima ancora di rivestirla con un diploma universitario. E lo dico felice di essere il Vicepresidente di Meteonetwork, un’associazione che da anni è attiva a livello nazionale, possedendo anche la più grande rete italiana di stazioni di rilevamento, tutte di proprietà di soci e appassionati.  

E poi concludo consigliando “di avere fortuna”! Potrebbe sembrare un nonsense, ma in realtà non lo è: per usare una metafora un po’ abusata, non basta la fortuna di vedere passare il proprio treno al momento giusto, bisogna anche essere pronti a riconoscere che il treno è il “proprio” ed avere la capacità per salirci sopra al volo!

Nelle scienze si usa il termine “serendipity” per indicare una scoperta imprevista, un qualcosa che si è trovato mentre in realtà si stava cercando altro. Nel corso della storia, numerosi progressi nel campo delle scienze sono infatti  stati raggiunti attraverso quelle che potrebbero sembrare scoperte accidentali; ma questi eventi casuali non sono stati semplicemente il frutto della pura fortuna, ma hanno avuto comunque alla base un modus operandi, un metodo scientifico che, ovviamente non pianificandoli, ha però saputo riconoscere (e magari anche favorito) l’evento fortuito.

La fortuna va aiutata anche nel creare i presupposti per indirizzare la propria futura carriera professionale!

Come si facevano all’inizio le previsioni e qual è la loro attendibilità ai giorni nostri con l’avvento dei supercomputer?

Bisogna intendersi sul quel “prima”, visto che è dall’inizio dei tempi che si cerca di prevedere il corso dei fenomeni atmosferici: pensate che il trattato “Meteorologica” di Aristotele risale a oltre 300 anni prima di Cristo e che comunque forme di previsione meteorologica quasi “divinatoria” erano proprie già dei Babilonesi, in tempia anche precedenti!

Se però ci limitiamo alla storia più recente, diciamo che la svolta vi è stata con l’avvento dei computer, che hanno reso possibile effettuare in modo sempre più rapido i complessi calcoli che la modellistica atmosferica aveva già capito essere alla base delle previsioni del tempo, ma per i quali ancora non vi era la necessaria tecnologia a disposizione, cioè una tecnologia che permettesse di fare questi calcoli in “tempo” utile per qualsiasi applicazione pratica.

Da quel momento è iniziato il continuo rincorrersi, che esiste ancora oggi, tra i progressi della modellistica matematica e l’aumento della capacità di calcolo dei supercomputer, che, insieme alla possibilità di avere una fitta rete di dati di osservazione al suolo e alla capacità di coprire i buchi di questa rete con le tecniche di osservazione da remoto, permette di raffinare sempre più le nostre previsioni meteorologica.

Nel campo della previsione deterministica diciamo che abbiamo buoni risultati sino a tre giorni e accettabili sino a cinque; con le previsioni probabilistiche (le famose tecniche cosiddette “di ensamble”) possiamo anche spingerci oltre, arrivando anche a scale mensili o stagionali, ma senza che queste previsioni abbiano un reale utilizzo operativo.

Cosa pensa dell’acceso dibattito che infiamma l’intero pianeta sui cambiamenti climatici in atto e sul previsto riscaldamento globale?

Penso che se ne parli molto e molto spesso a sproposito, in Italia come all’estero, in discorsi molto spesso contaminati dal sensazionalismo giornalistico o piegati a fini politici che nulla hanno a che vedere con i problemi ambientali (anche quando si riempiono la bocca con questo termine). E purtroppo anche per colpa di qualche scienziato che, magari competente in altri campi ma non in quello meteorologico/climatologico, viene considerato dai mass-media alla stregua di un “tuttologo” in grado di esprimersi su tutto, finendo così per ricadere nelle contaminazioni di cui sopra. E dico “magari” perché poi ci sono quelli che neppure “scienziati” sono, ma che finiscono alla ribalta come tali per un fortuita coincidenza mediatica.

AISAM, in una sua dichiarazione dello scorso anno, indicava proprio la necessità di riferirsi sempre alle posizioni scientifiche espresse dalle più rigorose e autorevoli associazioni competenti, invitando chiunque intendesse partecipare al dibattito a seguire il metodo scientifico e i luoghi ad esso deputati per rappresentare le proprie posizioni, sempre supportandole con le necessarie evidenze.

Il sensazionalismo mediatico non è utile a nessuno, se non agli scopi personali di chi lo pratica!

Non vado oltre questo mio “levarsi un sassolino dalla scarpa”, perché le mie competenze sono quelle di un “meteorologo aeronautico” non di un “climatologo”, quindi non vorrei che la presunzione di saper esprimere un parere competente mi faccia ricadere in quanto da me stesso denunciato! :-))

Quanto è determinante una corretta ed accurata pianificazione meteorologica per organizzare un volo in sicurezza?

È ESSENZIALE! In maiuscolo e sottolineato! Serve aggiungere altro? Sì, occorre aggiungere che è essenziale anche sapere “come” condurre una corretta pianificazione pre-volo, cioè sapere quali dati utilizzare e quando. Se si vuole “fare i piloti” (e mi rivolgo soprattutto a quelli che non hanno alle proprie spalle un’organizzazione che in questo li supporta, come i piloti di linea o militari) occorre “comportarsi da piloti”: non si può pianificare con le info meteo prese dal giornale o in tv, quanto meno non solo con quelle. Al momento opportuno, è infatti altrettanto essenziale rivolgersi ai competenti centri di informazione meteorologica aeronautica.

Come si è evoluta la tecnologia a disposizione dei meteorologi negli ultimi anni?

Tantissimo! Oltre a quanto già detto circa il progredire della modellistica matematica e dei supercomputer, mi riferisco anche ai miglioramenti nel campo del “remote sensing”, cioè delle osservazioni a distanza radar e satellitari, intendendo con ciò la possibilità di campionare molti più dati e di avere software più potenti in grado di elaborarli in molti più modi. E poi è migliorata la tecnologia delle stazioni meteo al suolo e dei sistemi di comunicazione, con la possibilità di accentrare i dati molto più rapidamente di prima.

Ma non è che oggi sia più facile fare il meteorologo rispetto a prima! Lo sarebbe se al meteorologo venisse chiesto di fare ancora oggi quello che già faceva prima; invece, a fronte dei progressi tecnologici, al meteorologo viene oggi chiesto di spingere ancora più in là le proprie prestazioni, così che il livello di difficoltà si mantiene sostanzialmente identico, però con un aumento delle responsabilità a proprio carico.

Vuoi rimanere aggiornato sulle ultime novità da Tutto Sul Volo? Iscriviti alla nostra Newsletter!

[mailpoet_form id=”1″]

 

  Article "tagged" as:
  Categories:
view more articles

About Article Author

Michele Cangemi
Michele Cangemi

Studente al quarto anno presso l’istituto tecnico aeronautico Maxwell di Milano. Appassionato di volo, di vela, fotografia e di computer. Fondatore del portale di informazione e cultura aeronautica "Tuttosulvolo.it"

View More Articles
write a comment

0 Comments

No Comments Yet!

You can be the one to start a conversation.

Only registered users can comment.