Aerei a terra: le previsioni meteorologiche potrebbero essere meno affidabili

Maggio 20 14:00 2020

Negli ultimi mesi il traffico aereo è crollato drasticamente nei cieli di tutto il mondo. Questo fenomeno non ha portato problemi solo per le compagnie aeree o le aziende che operano nel settore aeronautico, i moderni jet di linea possiedono infatti importanti apparecchiature tecnologiche capaci di monitorare l’atmosfera e i fenomeni meteorologici che avvengono durante il volo.

Gli aeroplani sono quindi in grado di inviare in tempo reale preziosi dati ai meteorologi che potranno utilizzarli per creare previsioni più accurate possibili.

I dati raccolti sono, per citarne alcuni: venti in quota, temperatura, pressione, umidità dell’aria e fenomeni di turbolenza. Una volta giunti a terra, grazie a comunicazioni radio o satellitari, i dati vengono computati insieme alle altre fonti come sonde o dati di stazioni terrestri per elaborare modelli di predizione.

Per dare un’idea i dati provenienti dai velivoli sono secondi per importanza dopo le osservazioni che giungono dai satelliti meteorologici.

Una delle tante peculiarità, che solo gli aeroplani possono offrire, deriva dalle misurazioni meteorologiche effettuate in quota. I dati provenienti dalle diverse altitudini, dove transitano i moderni jet,  risultano fondamentali per fornire valide previsioni sia per i pochi aeroplani in volo sia per i fenomeni che possono verificarsi al suolo.

Un’immagine che mostra la riduzione di traffico aereo in Europa

Un evento simile si era verificato nel 2010 in Europa ed in Nord America in seguito all’eruzione del vulcani islandese Eyjafjallajökull che portò alla chiusura quasi totale dello spazio aereo in quelle aree.

Il problema iniziale fu l’interruzione dei collegamenti tra Europa ed America del Nord. Successivamente emerse che la mancanza di oltre il 90% dei dati meteo in quota portò ad una diminuzione dell’accuratezza delle previsioni meteo per i pochi aeroplani in circolazione.

Una radiosonda

Ad oggi per far fronte a questa problematica lo European National Meteorological Service ha aumentato il numero di sonde inviate in atmosfera per colmare, parzialmente, la mancanza di dati forniti dagli aerei.

Quindi nonostante l’importante riduzione del traffico aereo le previsioni meteorologiche continueranno, anche se i risultati potrebbero essere meno attendibili, specialmente nelle regioni più remote della Terra. Tuttavia con l’avvicinarsi alla stagione degli uragani nell’Atlantico la mancanza di dati meteo potrebbe portare a ritardi nell’elaborazione di previsioni meteorologiche.

Il numero di voli è previsto in aumento nei prossimi mesi. Finchè ciò non avverrà le previsioni risulteranno ancora meno affidabili e irregolari, rappresentando quindi un’ulteriore conseguenza della pandemia all’interno della nostra quotidianità.

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Michele Cangemi
Michele Cangemi

Studente al quarto anno presso l’istituto tecnico aeronautico Maxwell di Milano. Appassionato di volo, di vela, fotografia e di computer. Fondatore del portale di informazione e cultura aeronautica "Tuttosulvolo.it"

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