Yurij Gagarin: 60 anni fa il primo volo nello spazio

Aprile 12 15:45 2021

Aveva solo 27 anni, di origine operaia, Gagarin restò nello spazio per soli 108 minuti e divenne un eroe mondiale. Scelto da Krusciov come simbolo dell’unione Sovietica che mirava a scavalcare il predominio degli USA morì giovane in circostanze “strane” nel 1968 in volo.

Le date

8 Aprile 1961, il comando sovietico comunica a Gagarin di averlo scelto per salire sullo Vostok 1, l’astronave pronta a decollare dalla base segreta di Bajkonur nel Kazakistan per effettuare il primo volo nello spazio con un uomo a bordo.

12 Aprile 1961 dopo avere effettuato un volo di 108 minuti nello spazio Gagarin, dopo avere abbandonato la Vostok 1 atterra incolume nella cittadine di Engels nella Russia Sudoccidentale. L’Unione Sovietica e il mondo lo accolgono come un eroe.

30 Marzo 1968 con una cerimonia solenne sulla Piazza Rossa si svolgono i funerali di Gagarin, morto 3 giorni prima in un misterioso incidente aereo.

 

La conquista dello spazio

La corsa nello spazio era già iniziata qualche anno prima con lo Sputnik (primo lancio nel 1957):  gli Stati Uniti rimasero spiazzati dal lancio dello Sputnik, si parlò allora di “crisi dello Sputnik”  tanto che persino il Presidente dell’epoca Heisenhower venne accusato di avere investito poco nella ricerca.  Da lì nacque un grande piano di investimento nella ricerca da parte degli Stati Uniti. Il 12 Aprile 1061 però alle ore 10 la radio russa avvisa che a breve sarebbe stata diffusa una notizia molto importante: milioni di persone si mettono all’ascolto e mezz’ora dopo l’attesa viene premiata. Viene annunciato che per la prima volta nella storia l’Unione Sovietica ha lanciato un astronave con un uomo a bordo destinazione spazio.

L’uomo scelto per effettuare il primo volo nello spazio è un perfetto sconosciuto:  il primo cosmonauta è un cittadino russo, il maggiore pilota Yurij Gagarin. L’annuncio ha effetti dirompenti sulla guerra fredda che in quegli anni caratterizza il rapporto tra Stati Uniti e Unione Sovietica.

 

Il primo uomo nello spazio

Ma chi è il primo uomo che viaggia nello spazio? Yurij Gagarin ha 27 anni e proviene da un villaggio a 200 km da mosca da una famiglia povera. La madre è mungitrice e il padre carpentiere, l’infanzia trascorsa nell’azienda collettiva agricola. La guerra impone grandi sacrifici ma è anche la scintilla che accende la passione per il volo nel piccolo Yurij. Qualche anno dopo nella sua autobiografia racconterà l’incontro con due piloti caduti vicino al villaggio dopo una eroica battaglia nei cieli. “Quando se ne andarono non c’era uno di noi che volesse diventare aviatore e che non volesse essere forte e bello come quei piloti” . Dopo il conflitto Yurij si mantiene come operaio lavorando in una fonderia di Mosca ma coltiva la passione per il volo e riesce a conseguire i titoli necessari per entrare nell’aeronautica militare.  Diventa Ufficiale nel 1957 lo stesso anno dell’esperimento dell’invio nello spazio di Laikauna dolce cagnolina lanciata nello spazio dai russi il 3 novembre del 1957, esperimento che aveva l’obiettivo di valutare le condizioni di vita nello spazio in assenza di gravità. Come tutti sappiamo morì per il caldo sviluppatosi all’interno della navicella spaziale.  Se ce l’ha fatta un cane presto ci riucirà anche un essere umano  e YuriJ  decise di presentare domanda per diventare cosmonauta dopo avere sentito le dichiarazioni di Nikita Krusciov durante un viaggio negli USA del 1959.

Dopo una durissima selezione la sua candidatura venne accolta e comincia un lungo addestramento teorico e pratico. Tra il 1960 e il 1961 un ristretto gruppo di candidati viene addestrato  per l’impresa. Gagarin fu l’unico a superare tutte le fasi della selezione e fece rientro al suo reggimento in attesa della chiamata che poi arrivò.

La figura di Gagarin è un emblema culturale e propagandistico per l’Unione Sovietica di Krusciov che ben si presta a tenere alto l’onore della nazione.  Viene preferito ad un altro candidato, Titov,  che non aveva origini contadine come lui. Gagarin è “l’eroe non eroe” di origini povere e che aveva fatto tutto un percorso di formazione che non era quello tipico della elite sovietica.

 

Il viaggio

E l’8 Aprile 1961 quando il comando sovietico comunica a Gagarin di averlo scelto per salire sullo Vostok 1, l’astronave pronta a decollare dalla base segreta di Bajkonur nel Kazakistan per effettuare il primo volo nello spazio con un uomo a bordo. La partenza è fissata per 4 giorni dopo. Alle 9 di mattina del 12 Aprile Gagarin ha già indossato casco e tuta spaziale. Dal Cremlino finalmente arriva l’ordine del decollo e l’Unione Sovietica si prepara a gestire l’impatto mondiale che la  notizia del primo uomo nello spazio avrà.

Alle 9.07 ora di Mosca i reattori si accendono e dopo 9 minuti dal lancio la Vostok 1 entra nell’orbita terrestre: Gagarin è nello spazio! Viaggia ad una velocità di olter 97.000 km/h e dell’oblò vede uno spettacolo che nessuno ha mai visto prima.

Alcuni dei suoi commenti resteranno nella storia:

Il cielo attorno al pianeta è nero”

“Il sole è più accecante del metallo fuso”

“la terra appare azzurra e meravigliosa“.

Gagarin non deve guidare l’astronave ma è un semplice passeggero, il volo dura 108 minuti e tutto si svolge come da programma. L’unico problema si presenta al rientro nell’atmosfera: la navetta perde l’assetto e la capsula gira vorticosamente su se stessa;  a 7000 metri Gagarin viene espulso dal portellone, a 4000 metri si separa dal sedile e inizia la discesa con il paracadute. Atterra in piena campagna nei pressi di un kolkoz vicino alla città di Engels, nel sud ovest della Russia, a poche centinaia di metri da un’ansa del grande fiume Volga, dove il nostro prode rischiò di finire e annegare.

Le immagini della capsula e di Gagarin cominciano a circolare in Russia e nel mondo: l’opinione pubblica e sotto shock ma lo sono in particolare gli americani. L’Unione Sovietica confermò la supremazia spaziale, ma il lancio, finito fortunosamente, innescò la volata allo sbarco americano sulla Luna.

Dopo il  glorioso viaggio spaziale le autorità sovietiche inviarono immediatamente Gagarin “in tournée” in circa 30 Paesi. Pranzò  con la Regina d’Inghilterra, Elisabetta II e ruppe il persino il protocollo scattandosi una foto con la monarca. Il presidente dell’Egitto gli regalò le chiavi d’oro delle porte del Cairo e di Alessandria mentre all’Avana Fidel Castro se lo abbracciò stretto stretto.

Dopo la storica impresa, Gagarin collaborò alla preparazione di altre missioni spaziali, come quella che nel 1963 porterà in orbita Valentina Tereskova. In seguito collaborerà allo sviluppo della navicella Sojuz (ancora oggi operativa) e proseguì l’addestramento, destinato a comandare il volo della Sojuz 3, primo del programma con equipaggio umano dopo quello della Sojuz 1 che nel 1967 si concluse tragicamente con a bordo Vladimir Komarov, di cui Jurij era riserva. Continuò pertanto a effettuare voli sui caccia Mig, per mantenere il numero di ore volo e addestramento.

 

La morte di Gagarin

Il 27 marzo 1968, mentre stava effettuando  un normale volo di addestramento su un caccia Mig-15, perse il controllo del velivolo che cadde in avvitamento. Non si lanciò con il paracadute: in questo modo si sarebbero salvati, ma il Mig si sarebbe infranto su un’area abitata. Jurij morì a soli 34 anni.

Maestoso è il monumento a lui dedicato in una piazza di Mosca; alto 40 metri e costruito in titanio, raffigura la scia di un razzo in cima alla quale c’è la statua del primo cosmonauta della storia. In tutto il mondo, già da alcuni anni, ogni 12 di aprile, associazioni di appassionati di astronomia e astronautica di mezzo mondo, celebrano eventi di astronomia e di divulgazione spaziale chiamata “Juri’s Night”. La Notte di Jurij, per l’appunto, che in questo 2021, dal vivo per chi potrà, oppure via web, sarà ancora più celebrata.

 

 

 

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Cristina Pagetti
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